Niju Kun – Lo spirito del Karate
” Proprio come uno specchio che riflette le immagini senza distorsioni, come in una tranquilla vallata che rimanda l’eco, così uno studente di karate deve purgare sé stesso da pensieri egoisti e malvagi poiché solamente con una mente ed una coscienza chiara e limpida (vuota) egli potrà capire ciò che sta ricevendo … la forma fondamentale dell’universo è il vuoto (kara) e quindi il vuoto è esso stesso forma ”
Il karate non è solo saper combattere o difendersi in modo efficace, ma un percorso insegnato dall’uomo per l’uomo. Quindi, in questo tempo in cui le scuole di karate si moltiplicano, nascono nuovi stili, ogni arte del combattimento viene chiamata karate e si assiste ad una generale scomparsa di quelli che erano i valori intrinsechi e di natura più personale e filosofica, sembra opportuno richiamare lo spirito tradizionale che animava gli insegnamenti di tutti i più grandi maestri. In particolare di Gichin Funakoshi, che fu il diffusore nonché fondatore dello stile Shotokan.
Il Maestro Funakoshi riteneva che attraverso la pratica del karate e l’osservazione di questi principi, il karateka fosse in grado di migliorarsi fisicamente, ma anche, fattore per certi versi più importante, emotivamente. Egli stesso scrisse: “Lo scopo ultimo del karate non si trova nella vittoria o nella sconfitta, ma nella perfezione del carattere dei partecipanti”. A questo scopo espose i “Venti Principi” (o Nijukun), che costituirono le basi della disciplina, nei quali è contenuta la filosofia dello stile Shotokan. Essi si fondano fortemente sui valori del Bushido, codice comportamentale dei Samurai che a sua volta si rifà agli insegnamenti del buddismo zen, contenendo nozioni di umiltà, rispetto, compassione, pazienza e calma sia interiore che esteriore. Non vi è una datazione precisa della loro scrittura, benché la si ritenga anteriore alla fondazione della JKF, da parte dei suoi allievi, e risalente ai tempi della guerra tra Giappone e Cina, scoppiata nel 1937. Alcuni ritengono che i precetti fossero stati scritti addirittura intorno al 1890, ma ciò che è certo è che furono pubblicati per la prima volta nel 1938 nel libro The Twenty Guiding Principles of Karate nella forma che segue: